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Autore
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Dolce, Lodovico
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Titolo
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Osservationi nella volgar
lingua
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Stampe
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Prima edizione:
1550: Osservationi
nella volgar lingua di m. Lodovico Dolce divise in quattro libri. In Vinegia,
appresso Gabriel Giolito de' Ferrari e fratelli.
Biblioteca Nazionale Centrale
– Firenze
Edizioni e ristampe:
1552 (seconda edizione): Le
osservationi del Dolce da lui stesso in questa seconda editione emendate et
ampliate. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli.
Biblioteca Riccardiana -
Firenze
Biblioteca Nazionale
Centrale - Firenze
Biblioteca Marucelliana
– Firenze
1554 (terza edizione): Le
osservationi del Dolce. Da lui stesso in questa terza impressione ricorrette,
e di piu utile cose accresciute. Con la tavola delle cose, che in esse
si contengono. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari, et
fratelli.
1556 (quarta edizione); Le osservationi del Dolce. Dal medesimo ricorrette, et ampliate.
In Vinegia, appresso Gariel [i. e.: Gabriel] Giolito de' Ferrari, e
fratelli.
Biblioteca Nazionale
Centrale – Firenze
1558 (quinta edizione): I quattro libri delle osservationi di messer Lodovico Dolce. Di
novo da lui medesimo ricorrette, et ampliate, con le apostille. In
Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca
dell'Accademia della Crusca -
Firenze
Biblioteca Medicea
Laurenziana - Firenze
1560 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo da
lui medesimo ricoretti [i. e.:
ricorretti], et ampliati, con
le apostille. In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca
dell'Accademia della Crusca -
Firenze
Biblioteca Nazionale
Centrale - Firenze
1561 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di
messer Lodovico Dolce. Di novo da lui medesimo ricorrette et ampliate con
le apostille. In Pesaro, appresso gli heredi di Bartolomeo Cesano,
& Guid'Ubaldo Bicillo da Urbino compagni.
1564 (sesta edizione): I quattro libri delle osservationi di
m. Lodovico Dolce. Di nuovo da lui medesimo ricoretti [i. e.: ricorretti] et ampliati, con le apostille. In
Bologna.
1562 (settima edizione): I
quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo da lui
medesimo ricorrette, & ampliate, & con le postille. In Vinegia,
appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca Nazionale
Centrale - Firenze
1566 (settima edizione): Delle osservationi di m. Lodovico Dolce
libri IIII. Di nuovo da lui medesimo ricorrette, & ampliate, & con
le postille. In Vinegia, appresso Domenico Farri
Biblioteca dell'Accademia
della Crusca - Firenze
Biblioteca Nazionale Centrale - Firenze
Biblioteca Marucelliana - Firenze
Biblioteca di Lettere e
Filosofia - Firenze
1568 (settima edizione): Delle osservationi di m. Lodovico Dolce.
Libri IIII. Di nuovo da lui medesimo in questa settima edizione ricorrette,
et ampliate, et con le postille. In Vinegia, appresso Domenico Farri.
1562: I quattro libri
delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo da lui medesimo
ricorrette, & ampliate, e con le postille. In Vinegia, appresso
Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca provinciale dei
Cappuccini - Firenze
Biblioteca Nazionale Centrale
- Firenze
1563 (ottava edizione):
I quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. In Vinegia, appresso
Gabriel Giolito de' Ferrari.
Biblioteca del Seminario
arcivescovile maggiore - Firenze
Biblioteca Riccardiana - Firenze
1573: I
quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo ristampate,
et con somma diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de'
capitoli; l'altra delle voci, & come si deono usare nello scrivere. In
Vinegia, appresso Domenico Farri.
Biblioteca Boffito, Collegio Alla Querce –
Firenze
1575: I
quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate,
et con somma diligenza corrette. In Vinegia, presso Altobello
Salicato.
Biblioteca del Seminario
arcivescovile maggiore - Firenze
1579: I
quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate
et con somma diligenza corrette. Con le postille et due tavole; una de'
capitoli, l'altra delle voci, et come si devono usare nello scrivere. In
Vinegia, appresso Domenico Farri.
1580: I
quattro libri delle osservationi di m. Lodovico Dolce; di nuovo ristampate,
et con somma diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de'
capitoli, & l'altra delle voci; & come si deono usare nello
scrivere. In Vinegia, presso Altobello Salicato.
1585: I quattro libri
delle osservationi di m. Lodovico Dolce, di nuovo ristampate et con somma
diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli,
& l'altra delle voci; & come si deono usare nello scrivere. In
Vinegia, presso Altobello Salicato, alla libraria della Fortezza.
Biblioteca Nazionale
Centrale - Firenze
1588: I quattro libri
delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate, et con
diligenza corrette. Con le postille, & due tavole: una de' capitoli,
& l'altra delle voci; & come si deono usare nello scrivere. In
Venetia, appresso Pietro Marinelli.
Biblioteca Marucelliana - Firenze
1597: Nuove
osservationi della lingua volgare co i modi, et ornamenti del dire parole
piu scelte, et eleganti. Di m. Lodovico Dolce. Alle quali vi sono aggiunti i
piu belli artificij usati dall'Ariosto nel suo poema. In Venetia,
appresso gli heredi di Marchiò Sessa.
Biblioteca del Seminario
arcivescovile maggiore - Firenze
1597: I quattro libri
delle osservationi di m. Lodovico Dolce. Di nuovo ristampate, et con somma
diligenza corrette. Con le postille, et due tavole: una de' capitoli,
l'altra delle voci, et come si devono usare nello scrivere. In Venetia,
presso Marc'Antonio Bonibelli.
Biblioteca
Riccardiana - Firenze
1606: I quattro libri
delle osservationi, di M. Lodovico Dolce. Venetia, L. Spineda.
1643: in Degli
autori del ben parlare per secolari, e religiosi opere diuerse. Intorno 1.
Alla favella nobile d'Italia. 2. Al barbarismo, e solecismo, tropi, figure,
& altre virtù e vitii del parlare. 3. Agli stili, & eloquenza. 4.
Alla retorica. 5. All'eloquenza ecclesiastica. Venetia, Giuseppe degli
Aromatari.
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Edizioni esaminate
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1558
(quinta edizione): in Vinegia,
appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
1560 (sesta
edizione): in Vinegia, appresso Gabriel Giolito de' Ferrari.
1566 (settima edizione): in Vinegia, appresso Domenico
Farri.
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Sommario e contenuto dell'opera
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SOMMARIO (La numerazione delle pagine si riferisce all’ed.
1558 se non è diversamente indicato).
Al magnifico e valoroso signore, il S. Urbano Fiesco nobile genovese
(solo nelle edd. 1558, 1560) (pp. 3-5) [Nell'edizione
del 1558 l'autore ricorda il successo dell'opera, più volte ristampata, ma
si rammarica ‘di certi ignoranti e maligni, più attenti a riprender le
opere altrui, che a scriver cosa degna di laude’. L'opera è dedicata a
Urbano Fiesco anche nell'edizione del 1560, ma in quella dedicatoria non si
fa cenno ai detrattori. Nell'edizione del 1566 l'opera è dedicata ad 'Hercole Faleti’:
l'opera è stata più volte ristampata ed è giunta nel giro di pochi anni
alla settima edizione]; Tavola dei capi che in
queste osservationi si contengono (pp. 6-8) [Indice generale]; Tavola di tutte le cose, che in questi quattro libri delle osservationi
si contengono (pp. 9-12) [Indice analitico]; All'honorato
e nobile M. Gabriello Giolito de' Ferrari. Lodovico Dolce (pp. 13-16) (solo nell’edd. 1568,
1560) [È una sorta
di prefazione, indirizzata all'editore. Il Dolce, dopo aver citato come
illustri suoi predecessori il Fortunio e il Bembo, dalle cui opere tuttavia
la sua si differenzierà per struttura e destinatari, dichiara il suo
intento e presenta la struttura generale dell'opera. Se pure l'impresa non
riuscisse al meglio, basti l'esempio che egli avrà dato a coloro che dopo
di lui intenderanno ‘caminare verso il colle della Thoscana eloquenza’]; Se la volgar lingua si dee chiamare italiana, o thoscana (pp. 17-22) [Discorso premesso, in tutte le
edizioni, alla trattazione vera e propria. La lingua usata da Petrarca e
Boccaccio è toscana, il termine ‘italiana’ sarebbe troppo generale. Se
proprio si volesse darle un nome generale ma significativo, essa dovrebbe
chiamarsi ‘volgare’; le Osservationi
hanno come oggetto, dunque, la lingua volgare toscana. Nella parte
conclusiva Dolce cita alcuni buoni autori non toscani e difende dai giudizi
negativi il Bembo e l'Ariosto];
Libro primo delle
Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel quale si tratta
delle Regole della Volgar Grammatica (pp. 23-126) [Definizione della grammatica (‘Arte di parlare e di scriver bene’)
e dei suoi oggetti di studio (‘lettera’, ‘sillaba’, ‘parola’ e
‘parlamento’), schematicamente illustrati. Otto sono le parti del discorso
(‘nome e verbo, pronome, participio, avverbio, preposizione, intergettione,
e congiuntione’); dell'articolo e delle preposizioni articolate (‘de gli
articoli , e di que segni, che ai nomi in vece che di casi si danno’)
l'autore tratta nelle pagine dedicate al nome. I nomi possono essere ‘generali’ (comuni) o ‘particolari’
(propri), sostantivi o aggettivi, di due ‘specie’ (‘principale’ o
‘derivata’) e di tre ‘figure’ (‘semplice’, ‘composta’ e ‘ricomposta’). I pronomi sono distinti in
‘principali’ (personali, dimostrativi e relativi) e ‘derivati’
(possessivi). ‘Egli’ (‘ei’, ‘e' ‘, sia per il singolare che per il
plurale), ‘ello’, ‘eglino’, ‘ellino’ e ‘ella’, ‘elle’, ‘elleno’, sono i
pronomi personali di terza persona nel ‘caso retto’; solo nei casi obliqui
e nel terzo caso si usano ‘lui’, ‘lei’, ‘loro’. ‘Lui’ e ‘lei’ si possono
usare talvolta in caso retto, quando sostituiscono ‘colui’, ‘colei’ e sono
seguiti dal pronome relativo ‘che’. I
verbi hanno due ‘maniere’ (coniugazioni); due ‘generi’ (‘operativo’ e
‘di cosa operata’); cinque modi (‘dimostrativo’, imperativo,
‘desiderativo’, congiuntivo e infinito); cinque tempi (presente, passato,
imperfetto, ‘piuche passato’, ‘avvenire’); tre persone; due numeri. I
participi sono di tre tipi: uno deriva dalla forma operativa (participio
presente), gli altri due dalla forma della cosa operata (participio passato
e forme di gerundivo). La prima persona dell'imperfetto è in ‘-a’. Sono
segnalati alcuni verbi ‘irregolati’; di alcuni modi (l'infinito, il
gerundio, participio presente) si dà la regola di formazione. Gli avverbi significano tempo,
qualità e luogo; viene descritto l'uso di ‘vi’ e ‘ci’ ‘in vece di avverbi
locativi’. Anche le preposizioni hanno
figure, semplice (come, ‘a’, ‘di’, ecc.) e composta (‘accanto’, ‘allato’,
ecc.). Le interiezioni hanno
significato di gioia, di riso, di meraviglia, di dolore e di spavento. Le congiunzioni hanno figura e
significato; la figura può essere semplice (come ‘avvegna’), composta (come
‘avvegna che’) e ricomposta (come ‘avvegnadio’). I significati sono: ‘per
accoppiare’, ‘per continuare’, ‘per distinguere’, ‘per contraddire’, ‘per
eleggere ‘ e ‘per diminuire’. La trattazione in forma sistematica delle
parti del discorso, è seguita da alcune annotazioni sull'accordo fra nome
(con funzione di soggetto) e verbo, fra nome e aggettivo, articolo e
pronome relativo; si accenna alla necessità dell'uso del congiuntivo in
‘alcuni modi di dire’, all'uso della congiunzione ‘che’, alla possibilità
dell'infinito sostantivato, all'uso del ‘Voi’ e delle ‘Signorie’. Segue una
sezione (‘Voci usate diversamente’) in cui vengono riportati ed illustrati
esempi di varianti di parole e
relativi fenomeni di vocalismo e consonantismo. Chiude il primo libro,
infine, il capitolo ‘Delle figure’, dedicato a ‘modi e forme di ragionare
che adornano i componimenti’]; Libro
secondo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel
quale si tratta della Ortografia, cioè del modo di correttamente scrivere (pp. 127-156) [Definizione di ortografia (‘modo di regolatamente
scrivere le parole’), materia non di per sé difficile da trattare, ma resa
complicata dalle recenti proposte di innovazione. Vengono esposte le
ragioni generali del raddoppiamento consonantico; si affrontano questioni
relative all'evoluzione della ‘-x-’ in ‘-ss-’, di ‘-ti-’ in ‘-z-’, all'uso
della lettera ‘h’ (da adottare, secondo l'autore, quando è etimologica e
distintiva) e agli esiti (assimilazione o riduzione) di alcuni nessi
consonantici latini. Casi di raddoppiamento consonantico nei nomi sono
elencati lettera per lettera; casi di raddoppiamento nelle voci verbali
‘composte’ sono esaminati in base al tipo di preposizione o prefisso che in
esse compaiono]; Libro
terzo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico Dolce, nel
quale si tratta del modo di puntare (pp.
157-186) [Utilità
della punteggiatura; meriti per l'introduzione di essa sono riconosciuti a
Aldo Manuzio, Andrea Navagero e Pietro Bembo. Sono descritte l'accentazione
e la punteggiatura della lingua volgare toscana. Gli accenti sono grave, acuto
e ‘rivolto’ (apostrofo). Viene illustrato brevemente l'uso della
punteggiatura negli antichi e messo in relazione con la definizione del
periodo (‘tutto quel giro, e comprendimento di parole […] che abbraccia e
contiene alcun de' pensieri, che spiegare intendiamo, pienamente’). Seguono
le regole per il corretto uso della virgola (‘coma’), del punto e virgola
(‘punto coma’), del punto fermo, dei due punti, delle parentesi e del punto
interrogativo]; Libro
quarto, et ultimo delle Osservationi nella volgar lingua, di M. Lodovico
Dolce, nel quale si tratta della Volgar Poesia, e del modo, et ordine del
comporre diverse maniere di Rime (pp.
187-240) [La
‘poetica’ è ‘imitatione’, il poeta deve ‘imitar le attioni degli huomini’ e
‘sotto leggiadri veli di morali e utili inventioni dilettar l'animo di chi
legge’. Dopo un breve excursus storico, vengono esposti i rudimenti della
metrica: le rime, le forme dei componimenti, i tipi di verso. In
particolare vengono descritti e illustrati con esempi, il sonetto, la canzone,
la distesa, il madrigale, la ballata, la sestina, il terzetto, l'ottava
rima e i versi sciolti. Poeti citati: Petrarca, Trissino, Tasso, Giraldi,
Alamanni, Muzio e infine Ariosto].
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Apporto generale dell'opera
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Obiettivo dell'autore e tipo di grammatica: L'autore
si propone di fornire ai principianti uno strumento per scrivere
correttamente nella lingua volgare. Egli intende trattare la grammatica
della lingua volgare come gli antichi grammatici trattarono quella latina.
Le Osservationi sono una grammatica descrittiva e
normativa: la lingua descritta è quella degli autori del Trecento e di
alcuni contemporanei, anche non toscani; di essa vengono date le regole
della morfologia, dell'ortografia e della punteggiatura. La struttura
dell'opera è concepita per la consultazione: ha indici dettagliati,
partizione in capitoli e paragrafi, postille.
Interessi specifici: Dolce si preoccupa di
segnalare la non conformità della sua classificazione delle parti del
discorso (sono otto e l'aggettivo è considerato una sottoclasse del nome)
con la partizione prospettata dal Fortunio.
La sua attività editoriale, e probabilmente il modello costituito dal
secondo libro delle Regole del Fortunio,
lo inducono a essere particolarmente interessato alle questioni
ortografiche (si sofferma in particolar modo sui fenomeni relativi al
raddoppiamento consonantico) e alla punteggiatura.
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Innovazioni
terminologiche: La terminologia è quella tradizionale, di
origine latina; di molti dei termini e delle espressioni usati per indicare
modi, tempi verbali e alcune parti del discorso, l'autore ricostruisce il
rapporto con la funzione grammaticale (es.: 'Entrano anco alle volte nella
Lingua Thoscana alcune voci; le
quali, perche hanno parte dal Nome e dal Verbo, sono Partecipj chiamate',
p. 81).
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Corpus
di esempi: gli esempi sono tratti dalle opere di Petrarca e
Boccaccio soprattutto, ma anche di Dante, Ariosto e alcuni autori ‘moderni’
(Bembo,
Aretino, Sannazzaro). Non contengono mai il rimando all'opera da cui sono
stati tratti.
Interesse generale:
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Influenza subita: modelli, la cui autorità è ampiamente
riconosciuta dal Dolce, sono certamente le trattazioni grammaticali di Fortunio
e Bembo;
nella parte delle Osservationi dedicata alla poesia e alla metrica,
si avverte l'influenza esercitata dalla grammatica di Rinaldo Corso.
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Influenza esercitata: pur essendo una grammatica più volte riedita e
ristampata nel Cinquecento, non è citata da grammatici italiani; ha
costituito, invece, talvolta, un modello per la stesura di grammatiche
straniere (cfr. Carreras Goicoechea 1996). Orazio Lombardelli (1598: 47-48)
cita l'opera tra le principali opere grammaticali del XVI secolo e scrive:
‘Il Dolce nella sua Gramatica può dare una facile introduzzione, e comoda
assai per li principianti’; ancora il Lombardelli nel suo libro Arte di
puntar gli scritti (1585: 25), cita il Dolce fra
coloro che si sono occupati della punteggiatura ‘ma più però accennando,
che apertamente spiegando ciò che intendessero’. Duro il giudizio del Ruscelli,
che nel suo Discorso ‘all'Osservationi della lingua volgare’ (1553: 48) ritiene che la grammatica del Dolce sia in
pratica una traduzione da Donato nella struttura e, per quanto riguarda i
contenuti, una raccolta delle cose scritte da Bembo,
Fortunio,
Alunno, Liburnio, Gabriele
e soprattutto Corso.
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Nota bibliografica
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Ruscelli 1553: 45-82; Lombardelli 1585: 25; Lombardelli 1598: 47-48; Trabalza 1908: 127-130; Masini 1961; Scaglione 1970: 121; Quondam 1978: 569, 571, 580, 589-592; Padley 1988: ad indicem; Poggi Salani 1988: 777-778; Trovato 1991: 232-235; Trovato 1994: 75; Carreras Goicoechea 1996; Terpening
1997; Bonomi 1998c: 34; Bonomi-Maraschio 1998;
Poggiogalli 1999: ad indicem.
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